Note sparse di un viaggio a Cuba: tra natura, lentezza e gioia festosa

cuba

di Pamela Massari

Se stai cercando una vacanza fatta di sole, spiagge, relax al tramonto, bene…Cuba non è il posto per te! Ci sono molti posti a Cuba dove potrai trovare questo genere di cose (Cayo Largo, Varadero, Guardalavaca, gli altri Cayos), ma se vai nella Isla solo per questo, sprecherai il tuo tempo.

 

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Cuba, infatti, è un assoluto ed esplosivo concentrato di energia, spiritualità, gioia, calore, colore, musica ed Amore.

 

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Andare a Cuba significa passeggiare all’alba lungo il Malecon e da qui perdersi tra gli edifici semidiroccati di Havana Vieja, mangiando in strada in compagnia della gente locale, magari sorseggiando un mojito o un daiquiri come era solito fare Hemingway, che qui era di casa (è famosa la sua frase: “il mio mojito a la Bodeguita, il mio daiquiri al Floridita”, due celebri locali dell’Havana dove, pare, questi due cocktail sono nati), fino a giungere a El Castillo de Los Tres Reyes De El Morro per ammirare il tramonto e restarci fino alle 21:00 per assistere al giornaliero sparo cerimoniale del cannone (tradizione risaltente al periodo colonial).

 

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Significa raggiungere, zaino in spalla, la città di Trinidad, patrimonio dell’Unesco, e qui svegliarsi ogni mattina con il suono degli zoccoli dei cavalli che calpestano il tipico manto stradale fatto di rotonde e grandi pietre levigate. Cuba è il posto ideale per un viaggio on the road di questo genere, anche in solitaria, anche se siete una donna: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Cuba è uno dei posti più sicuri al mondo, sicuramente è il posto più sicuro di tutto il centro-sud America.

 

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Significa raggiungere la remota e selvaggia Baracoa: questa è la più vecchia cittadina cubana (la primera en el tiempo come solitamente è conosciuta da queste parti) e prima della rivoluzione castrista era possible raggiungerla solo in barca, dal mare. Qui sbarcò, il 27 novembre 1492, Cristoforo Colombo e nella Chiesa principale della cittadina è conservata la croce di legno che egli piantò nel terreno.

 

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Camminando tra le strade di Baracoa si potrà assaporare, qui più che altrove, la tipica atmosfera cubana fatta di lentezza, perdita del senso del tempo, gioia festosa. E la natura ci avvolgerà totalmente: basterà una breve passeggiata lungo la spiaggia che costeggia lo Stadio del Baseball (il primo sport cubano, segno tangibile dell’amicizia precastrista con il nemico storico, gli Stati Uniti) per ritrovarsi sulle rive del Rio Miel, circondati da vegetazione lussureggiante e capanne, dalla quali inevitabilmente spunterà una donna per vendere una dolce appena sfornato fatto di cocco e cacao (prodotti tipici locali).

 

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Infine, ma non ultimo, andare a Cuba significa toccare con mano i riti della Santeria, la religione nata dalla  commistione tra il Cattolicesimo degli Spagnoli e le religioni (proibite dagli Spagnoli) animiste degli schiavi africani: il santuario della Vergine (Virgen de la Caridad del Cobre) a Santiago o il Mausoleo a Santa Clara dove riposano le spoglie dell’eroe nazionale (e non solo!) per eccellenza, Che Guevara, renderanno queste due suggestioni vive sulla tua pelle. Quando tornerai a casa, immerso nella routine quotidiana, la musica, colonna sonora di tutte le ore cubane, risuonerà nelle orecchie e catturerà la tua anima. E non potrai fare a meno di desiderare di tornare. Ancora ed ancora.

 

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