I 4 luoghi Patrimonio dell’Unesco da visitare in Piemonte

di Giulia Varetti

Il Piemonte è una regione ricca di siti Unesco. Siti che fanno quindi parte dell’elenco dei beni Patrimonio dell’Umanità della United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, rappresentata in Italia dal 1950 dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO (per la Convenzione di Londra del 16 novembre 1945 esistono enti analoghi in quasi tutti i 195 Paesi membri dell’Unesco).

I quattro Beni Patrimonio dell’Unesco in Piemonte

 

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Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato

L’ultimo arrivato, nel 2014, è il sito Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuto per l’eccezionale valore del paesaggio collinare piemontese e della sua cultura del vino.

Il sito è costituito da sei aree tra le Province di Alessandria, Asti e Cuneo e  ventinove comuni, per un’estensione complessiva pari a 10.789 ettari di colline mozzafiato punteggiate da pittoreschi borghi e innumerevoli castelli medievali.

Dal punto di vista geografico, tre aree si trovano nelle Langhe, due in Alto Monferrato e una nel Basso Monferrato: la Langa del Barolo, le colline del Barbaresco, Canelli e l’Asti spumante, il Castello di Grinzane Cavour, Nizza Monferrato e il Barbera, il Monferrato degli Infernot.

Come si deduce dai nomi, alle aree corrispondono metodi di produzione del vino e, per il Monferrato, la particolarissima presenza degli infernot, cantine scavate nella Pietra da Cantoni.

 

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Residenze Sabaude patrimonio dell’Unesco in Piemonte

Dal 1997 le residenze sabaude sono beni Unesco. Anch’esse sito seriale, offrono uno straordinario affresco della storia del Piemonte, con particolare riferimento agli avvenimenti che hanno portato all’Unità d’Italia: un circuito quindi non solo architettonico e ambientale unico (i giardini sono parte integrante dei beni), ma anche storico e culturale a livello nazionale.

Protagonisti indiscussi sono i Savoia, che tra la fine del Cinquecento e la metà dell’Ottocento affidano ai principali architetti e artisti di corte la realizzazione delle loro residenze: nasce così intorno a Torino la cosiddetta “Corona di Delizie” destinata allo svago e alla caccia.

A Torino: Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Chiablese, Palazzo Carignano, Armeria Reale, Archivio di Stato, Palazzo della Prefettura, la Cavallerizza, l’ex Accademia Militare, l’ex Zecca di Stato, la facciata del Teatro Regio, il Castello del Valentino e Villa della Regina.

In Piemonte: il Castello di Moncalieri, il Castello di Stupinigi, la Reggia di Venaria Reale, il Borgo Castello alla Mandria, il Castello di Rivoli, il Castello di Agliè, il Castello di Racconigi, il Castello di Govone, l’Agenzia di Pollenzo.

 

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Sacri Monti di Piemonte e Lombardia

Dal 2003 il Piemonte condivide con la Lombardia il sito seriale Unesco dei nove Sacri Monti, complessi di cappelle eretti fra il XV e il XVII secolo in luoghi di rilevanza naturalistica, su piccole alture, dedicati a differenti aspetti della fede cristiana.

La decorazione interna delle cappelle è affidata a sculture a misura reale in legno e terracotta policroma e ad affreschi di completamento (spesso diventa un tutt’uno).

In Piemonte sono a Varallo Sesia (il più antico e monumentale www.sacromontedivarallo.com), Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, mentre in Lombardia a Ossuccio e Varese.

 

Siti Palafitticoli preistorici dell’arco alpino tra i luoghi Unesco in Piemonte

Dal 2011 infine, per gli amanti dell’archeologia, esiste il sito seriale Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino che si estende sui territori di Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia.

Di 156 siti archeologici, per la maggior parte subacquei o in parte sommersi, 25 sono in Italia: in Piemonte abbiamo Viverone e Mercurago, due realtà lacustri di grande fascino.

A Viverone si fa un salto nell’età del Bronzo, con manufatti in metallo e ceramica e strutture lignee complesse. Mercurago è invece importantissima per la storia dell’archeologia e della paletnologia piemontese (a scoprirla nel 1860 fu Bartolomeo Gastaldi): nella torbiera del Lagone si trovarono palafitte in legno, una piroga scavata in un tronco, resti di ruote di carri agricoli e da combattimento, oltre a materiale metallico e ceramico dell’Età del Bronzo.

 

 

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