Cosa vedere a Palinuro: un viaggio tra grotte, storia e leggende

Palinuro le spiagge da vedere in barca

di Raffaella Celentano

La costa del Cilento, posta nella parte più a sud della Campania, è ricca di località interessanti non solo per le bellezze paesaggistiche, ma anche per le tradizioni locali, i piatti tipici, la storia e le leggende. La perla del Cilento, il luogo che ha conquistato migliaia di persone nel corso degli anni, è sicuramente Palinuro. Frazione del comune di Centola, Palinuro si estende su una piccola penisola del promontorio conosciuto come Capo Palinuro. È divisa dal comune confinante, Camerota, dal fiume Mingardo, alla cui foce si trova la spiaggia più famosa della zona, quella dell’Arco Naturale. Ed è proprio da qui che parte il nostro viaggio alla scoperta dei segreti di questa terra, per mostrarvi cosa vedere a Palinuro e come trascorrere una vacanza indimenticabile.

In barca a Palinuro: le spiagge e le grotte più belle

Arco Naturale e Grotta delle Ossa

Una delle attività più amate per visitare la costa del mito, come viene definito il litorale di Palinuro, è la gita in barca, che permette di scoprire spiagge, cale e grotte marine. Partendo dall’Arco Naturale, si può osservare questa meravigliosa spiaggia caratterizzata da un grande arco scavato nella roccia, che è stata scelta come location per vari film, tra cui Gli Argonauti. Proseguendo lungo la costa, verso nord, incontriamo la grotta delle ossa, chiamata così perché al suo interno sono stati ritrovati resti di animali e uomini riconducibili all’epoca quaternaria.

 

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A questo punto ci troviamo al di sotto del promontorio della Molpa. Qui si intrecciano storia e leggende: è proprio questo il luogo in cui, secondo il mito, dimorava la sirena Molpè e i mitici ciclopi. Ancora, secondo una tradizione popolare la Molpa sarebbe infestata dal fantasma di Isabella Villamarino, moglie del principe di Salerno Ferrante Sanseverino. Il principe fu accusato accusato di eresia, sodomia, furto e di aver tramato contro l’imperatore Carlo V e fu condannato a morte, ma fuggì in Francia. Secondo gli storici, la nobildonna spogliata di tutti i suoi beni trovò riparo a Napoli e poi in Spagna, ma a Palinuro si vociferava che donna Isabella, distrutta dal dolore e dalla vergogna, si fosse gettata in mare proprio dal promontorio della Molpa. La leggenda vuole che il fantasma di donna Isabella si aggiri ancora su questa collina, alla ricerca del suo amore perduto.

Spiaggia della Marinella e Baia del Buondormire

Ma questa non è l’unica leggenda che avvolge la costa cilentana, e avremmo modo di conoscerne altre in seguito. Per ora riprendiamo il nostro tour e giungiamo prima alla spiaggia della Marinella, situata alla foce del fiume Lambro, e poi alla Baia del Buondormire. Questa baia è celebre per la sua posizione riparata e tranquilla, da cui deriva il nome, ed è uno dei posti preferiti dai turisti per ormeggiare le loro barche e fare un bagno nelle acque cristalline di Palinuro. Proprio di fronte troviamo lo scoglio del coniglio, altro celebre simbolo della località la cui forma ricorda un coniglio a riposo.

Grotta dei Monaci, Cala Fetente

Una volta lasciata la baia, inizia il tour delle principali grotte marine. La prima è la grotta dei monaci al cui interno troviamo delle particolari stalagmiti che ricordano dei monaci incappucciati: uno spettacolo davvero unico! Più avanti troviamo Cala Fetente, che ospita la grotta sulfurea e l’architiello: all’interno della grotta le pareti sprigionano vapori sulfurei, che conferiscono alla cala un caratteristico odore di zolfo; invece l’architiello è un piccolo foro nella roccia formatosi grazie all’azione degli agenti atmosferici.

Capo Palinuro: Punta Spartivento e Punta Mammone

Proseguiamo verso la Punta Spartivento e la Punta Mammone, che delineano il profilo di Capo Palinuro: la prima presenta dei fori nella roccia che ricordano il volto di una strega o, secondo alcuni, il celebre dipinto L’urlo di Munch; la seconda invece ricorda il profilo di un elefante con la proboscide alzata, e ospita la grotta d’argento, dove l’acqua assume una particolarissima colorazione metallica. La grotta successiva, invece, è la grotta del sangue: qui la presenza di ferro conferisce alle pareti rocciose un colore rossastro che ricorda, appunto, il sangue.

Capo Palinuro

La grotta azzurra e il porto di Palinuro

Una volta circumnavigato Capo Palinuro, sulla cui cima si trovano il faro e la stazione meteorologica, arriviamo alla grotta più celebre della costa: la grotta azzurra. Grazie ad un effetto di rifrazione, con la luce del sole che filtra attraverso un cunicolo sottomarino, l’acqua della grotta assume un magnifico colore azzurro brillante.

Palinuro Grotta Azzurra

La grotta azzurra è l’ultima tappa prima del porto di Palinuro. Si tratta di un piccolo porto che d’estate ospita numerose imbarcazioni turistiche. Nonostante la presenza di motoscafi e yacht, l’acqua è limpida e cristallina e le spiagge che si trovano nelle vicinanze sono dei veri e propri angoli di paradiso. Piccola curiosità che non tutti conoscono: fino a qualche anno fa, proprio fuori il porto, si poteva ammirare il relitto di una nave mercantile che era diventato una delle mete preferite per i sub che ogni giorno esplorano la costa palinurese.

 

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La spiaggia di Ficocella e la spiaggia delle Saline

Dopo il porto incontriamo la prima spiaggia di Palinuro, nonché l’unica spiaggia libera accessibile direttamente dal centro del paese: la spiaggia di Ficocella. Invece, più lontano dal paese troviamo la spiaggia delle Saline, lunga ben 5 km e il cui mare ha un fondale molto basso e sabbioso.

Palinuro

Parlando proprio del paese, Palinuro ha una conformazione molto particolare in quanto è affacciato sul mare ma non presenta il classico lungomare. È composto da due strade principali: Via Indipendenza, costeggiata da negozi e ristoranti e che porta alla piazza principale (Piazza Virgilio) e alla chiesa di paese, e Corso Carlo Pisacane che conduce direttamente al porto. Vicino le due arterie principali, poi, si snodano numerosissime stradine secondarie che conducono a case private, hotel e locali. Dal porto, infine, è possibile incamminarsi lungo un sentiero che arriva fin su al faro: una passeggiata impegnativa, ma che viene ripagata da una vista meravigliosa del mare sottostante e della costa. Uno spettacolo da ammirare magari al tramonto, quando il sole si tuffa in mare.

 

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La leggende di Palinuro

Concludiamo questo viaggio con una piccola curiosità per gli amanti delle leggende e dei miti. All’ingresso del paese troverete la statua di Palinuro, il mitico nocchiero di Enea, e un’insegna che recita “Là dove incantava già gli antichi greci”. Questo perché Palinuro era conosciuta e amata già nell’antichità e la sua fondazione viene narrata da Virgilio nell’Eneide. Palinuro, il nocchiero di Enea, fu vinto dal sonno e cadde in mare. Dopo tre giorni in balia delle onde, approdò sulla terraferma ma fu catturato dagli indigeni e ucciso, e il suo corpo fu abbandonato in mare. Così si avverava la profezia secondo cui Enea avrebbe dovuto perdere uno dei suoi uomini prima di giungere in Italia. In seguito ad eventi sfortunati e per placare l’ira degli dei, gli assassini di Palinuro decisero di costruire un cenotafio in suo onore e chiamarono quel luogo con il nome dello sfortunato nocchiero.

Un’altra leggenda più recente, invece, lega i due paesi di Palinuro e Camerota. Secondo questo mito, lungo le coste cilentane viveva una bellissima fanciulla, forse una ninfa del mare, di nome Kamaratòn. Durante il viaggio in fuga da Troia, Palinuro la vide e se ne innamorò follemente, chiedendola in sposa. Respinto con brutalità e umiliato, il nocchiero invocò il dio Sonno e lo implorò di porre fine alle sue sofferenze con la morte. Venere decise di punire Kamaratòn per il suo comportamento trasformandola in un promontorio roccioso, dove oggi sorge Marina di Camerota, e costringendola a guardare per sempre il suo innamorato respinto. Così, ancora oggi Palinuro e Kamaratòn (o Camerota) restano affacciati sul mare, vicini ma incapaci di incontrarsi, divisi dalla lunga spiaggia del Mingardo che è il simbolo di un amore perduto.

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