Il Nome della Rosa: i luoghi della serie tv e del film

nome della rosa serie tv 2019

di Carmen di Nardo

Umberto Eco ha scritto “Il Nome della Rosa” come un normale romanzo ignaro che avrebbe venduto più di 50 milioni di copie in tutto il mondo e ispirato registi come Jean-Jacques Annaud, con il film del 1986, e Giacomo Battiato, con una serie televisiva dal cast internazionale, in onda da marzo 2019 su Rai 1.

Un thriller ambientato nel freddo novembre del 1327 che vede i due protagonisti, l’intellettuale Guglielmo da Baskerville (interpretato nel film da Sean Connery) e il giovane frate Adso Da Melk (nel film Cristian Slater), indagare su una serie di morti sospette che avvengono in un monastero.

I luoghi della serie tv Il Nome della Rosa (2019)

Il film Il nome della rosa vincitore di ben 5 David di Donatello, tre Nastri d’Argento e due prestigiosi BAFTA, ha superato di gran lunga il costosissimo budget di 17 milioni e mezzo di dollari. La serie tv diretta da Battiato non è stata da meno con 6,5 milioni di spettatori per la prima puntata.

1. Il Nome della Rosa in Abruzzo

L’Abruzzo, con le sue montagne, il verde, i castelli e le rocche isolate, è stato riconfermato come regione ideale per ambientare le riprese della serie tv “Il Nome della Rosa” questa volta diretta da Giacomo Battiato e con un cast di grandi nomi come: John Turturro nei panni di Guglielmo di Baskerville, Damien Hardung nella parte di Adso da Melk e Rupert Everett che interpreta il nemico Bernardo Gui. Le splendide location scelte sono l’Eremo di Santo Spirito, nei pressi di Roccamorice, il Castello di Roccascalegna e le Gole di Fara San Martino.

▪ Eremo di Santo Spirito

Incastonato nella roccia, l’Eremo di Santo Spirito si trova nel cuore della Majella ed era la dimora di Pietro Morrone, il futuro Papa Celestino V, che proprio in quel luogo ebbe l’illuminazione del Santo Spirito e il nome dell’eremo ne ricorda l’evento. Percorso il sentiero dello Spirito la prima parte del complesso è la chiesa, un’unica navata costruita nel ‘500, che si trova al di sopra dell’Eremo, luogo di preghiera.

Per ammirare il panorama basta affacciarsi dalle terrazze, dove si coltivano le piante medicinali, e salire sulla Scala Santa che conduce all’Oratorio della Maddalena. Gli orari di visita variano durante l’anno, il consiglio è di informarsi prima di partire.

▪ Castello di Roccascalegna

Il Castello di Roccascalegna, tra la Val di Sangro e il Valone del Rio Secco, è spettacolare da un punto di vista architettonico e affascinante per le leggende di cui è protagonista. Una storia tramandata nel paese racconta di come il Barone Corvo de Corvis, esercitando lo “Jus Primae Noctis”, obbligava le spose del feudo a trascorrere con lui la prima notte di nozze e di come questo rituale fu interrotto da una donna misteriosa che lo pugnalò nel letto.

Nella serie televisiva di Battiato riconoscerete il castello nonostante la scritta fuorviante in basso “Distaccamento del comando imperiale in Toscana”. Oltre alla Rocca è incantevole il panorama che si vede dal punto insolito in cui è stata costruita. Se avete tempo vale la pena fare la passeggiata lungo le mura perimetrali, attraverso l’antico uliveto, mentre l’interno del castello racconta con pannelli informativi la storia e le battaglie documentate da alcune armi e attrezzi utilizzati per la tortura.

▪ Gole di Fara

Le Gole di Fara, che accompagnano verso le vestigie dell’Abbazia di San Martino, sono brevi ma spettacolari, all’interno del meraviglioso Parco della Majella. Con un paio di scarpe comode sia adulti che bambini possono attraversare il sentiero che passa attraverso le imponenti pareti rocciose fino ad arrivare ai resti dell’Abbazia, visitabile con una guida la cui descrizione storica vi aiuterà ad immaginarla nel periodo di massimo splendore.

Foto di: www.majellando.it

2. I luoghi del Il Nome della Rosa nel Lazio

▪ Parco Archeologico di Vulci

Ricca di luoghi medievali, la regione Lazio e i suoi parchi archeologici sono stati scelti per gli esterni della serie di Giacomo Battiato. Il Parco Archeologico di Vulci, in provincia di Viterbo, con gli scavi del periodo etrusco-romano, è stato trasformato in un perfetto set del periodo medievale e le scene si sono concentrate soprattutto nel laghetto di Pellicone.

Foto: Valerio Mei – Shutterstock.com

Una bellissima passeggiata nella maremma laziale attende i visitatori del parco, che potranno scegliere tra il percorso breve e quello più lungo, per ammirare la natura e la storia che racchiude. Se volete vedere le tombe della Necropoli orientale ricordate di prenotare la visita guidata. Un modo carino per ammirare il parco è partecipando ad uno dei numerosi eventi che organizzano o passeggiare a cavallo seguendo interessanti percorsi sensoriali.

Foto: leoks – Shutterstock.com

▪ Parco Archeologico Culturale di Tuscolo, il Teatro Romano e l’Anfiteatro Tuscolano

Restando in tema di scene degli esterni è stato scelto anche il Parco Archeologico Culturale di Tuscolo, all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani, che compare già dalla prima puntata. L’ area archeologica conserva tracce di diverse epoche storiche.

Tra il verde e i vigneti c’è il Teatro Romano e a pochi passi l’Anfiteatro Tuscolano, interessanti da visitare anche durante una delle rappresentazioni artistiche che vengono organizzate. Sempre in tema di boschi compare in alcune scene anche il bosco Macchia Grande di Manziana, a solo un’ora d’auto da Roma, ideale per una passeggiata in bici tra alberi secolari e roseti selvatici.

▪ Torri in Sabina e il castello del borgo Rocchettine

Una meta invece insolita che lascia piacevolmente sorpreso il visitatore è tutto il territorio medievale di Torri in Sabina, nel cuore dei Monti Sabini, affascinante e poco conosciuto.

La serie televisiva ha però scelto un luogo particolare per le riprese, il castello del borgo Rocchettine, un centro disabitato dopo il terribile terremoto e per questo definito fantasma. Poco distante c’è invece il borgo abitato di Rocchette, sempre in provincia di Rieti e al confine tra Lazio e Umbria, ugualmente bello da vedere.  Tra ulivi, siti archeologici, chiese e architetture militari, Torri in Sabina vi lascerà soddisfatti della scelta.

3. I luoghi del Il Nome della Rosa in Umbria

L’Umbria è una regione che trovandosi a ridosso della catena degli appennini offre anch’essa posti incantevoli e molto scenografici. Una tappa importante da visitare in riferimento alla serie tv è il suo capoluogo, Perugia.

▪ Perugia

Nel film saranno tre le condanne al rogo e in piazza IV Novembre, il cuore di Perugia, è stato arso vivo Pietro da Todi, per ordine dell’inquisitore Bernard Gui (Rupert Everett). Punto di incontro dei ragazzi, in Piazza IV novembre si affacciano i monumenti più belli di Perugia, che circondano la splendida Fontana Maggiore dei fratelli Pisano, come il Duomo, il Palazzo dei Priori e la Cattedrale di San Lorenzo.  Inoltre Perugia ospita anche eventi come l’Eurochocolate una scusa dolce per visitare la città.

▪ Bevagna

La troupe si è poi spostata a Bevagna, un borgo medievale perfetto per il periodo storico in cui è ambientata la serie, dove le riprese hanno coinvolto il Mercato Coperto e la Chiesa di San Silvestro. L’ingresso a Bevagna, uno dei borghi più belli d’Italia, avviene attraverso le porte medievali perfettamente conservate.

Tra vicoli, piazze, chiese e conventi non perdete la romantica passeggiata sulle mura perimetrali della città e il Teatro Torti custodito nel Palazzo dei Consoli. Se capita di visitarlo a giugno durante la fiera medievale del Mercato delle Gaite, vi sembrerà di tornare indietro nel tempo.

Le location del film Il Nome della Rosa (1986)

1. Eberbach a Eltville sul Reno in Assia (Germania)

La splendida Abbazia cistercense di Eberbach, in Germania, con il suo stile romanico e gotico, è stata il luogo perfetto in cui girare tutte le scene degli interni del monastero raccontato già nel libro di Eco. Nei pressi di Eltville sul Reno nel Rheingau, il convento voluto da Bernardo di Chiaravalle nel 1136, offre oggi numerose possibilità ai suoi ospiti: può essere visitato, si possono organizzare eventi importanti e si può passeggiare tra i vigneti partecipando ai tour enogastronomici organizzati.

In effetti i monaci cistercensi possedevano la più grande coltivazione dell’Europa medievale e i vigneti, oggi in possesso dell’Azienda statale dell’Abbazia di Eberbach, producono ancora oggi gran parte dei vini della Germania, tra Riesling, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Pinot nero e Dornfelder. Gli esterni dell’abbazia furono invece ricostruiti negli studi di Cinecittà a Roma.

2. Castello di Rocca Calascio, Abruzzo

Il castello di Rocca Calascio, costruito nel tardo medioevo, è una meraviglia che merita d’esser vista una volta nella vita perché è una roccaforte unica nel suo genere. Non mi sorprende che abbia affascinato anche il regista Jean-Jacques Annaud che l’ha scelta per le riprese iniziali e finali del film “Il Nome della Rosa”.

Raggiungibile facilmente in auto, la rocca è poco distante dall’Aquila e nel borgo di Calascio si parcheggia gratuitamente. Il sentiero per il castello si percorre a piedi e nel mezzo si trova anche la chiesa di Santa Maria della Pietà.

Giunti alla rocca il panorama a 360° sui monti del Gran Sasso è davvero suggestivo e affascina in ogni periodo dell’anno: la nitidezza estiva permette di vedere anche i particolari dell’enorme vallata; la foschia autunnale mostra la Rocca adagiata sulle nuvole e avvolta da un’atmosfera misteriosa; la neve invernale imbianca tutto il Gran Sasso e il rigoglioso verde primaverile fa sentire la purezza dell’aria in alta quota.

Rocca Calascio è la fortezza più alta d’Italia, trovandosi ad un’altezza di 1.460 metri, e per visitarla al meglio non bisogna dimenticare di coprirsi bene, con una felpa anche d’estate, e di indossare scarpe comode. Non andate via senza aver visto il paesino di S. Stefano di Sessanio, con le sue stradine strette e ottimi ristoranti in cui mangiare qualcosa e riscaldarsi.

3. Castel del Monte, Puglia

Il Castello del Monte, arroccato sulle Murge occidentali nel comune di Andria, non è una delle location in cui è stato girato il film “Il Nome della Rosa”, anche se entrando nella rocca sembra di ritrovare esattamente il luogo della biblioteca nel film. In effetti la biblioteca è stata ricostruita completamente negli studi di Cinecittà ispirandosi all’originale nel castello.

La scelta è legata alla particolarità del luogo, enigmatico anche nella forma simile a quella di un labirinto, che unisce culture e stili differenti e per questo il Castel del Monte è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Costruito nel 1240 per Federico II di Svevia, oltre ad essere un importante esempio di architettura medievale, osservandolo con attenzione, è possibile ritrovare elementi architettonici del mondo arabo ma anche romano, i fregi dello stile classico e la cornice gotica delle torri.

Un’altra particolarità è il continuo riferimento al numero 8, dalle facciate alle torri e sono otto anche le lussuose sale interne, del re e della regina. Il fascino del castello e il mistero che lo avvolge lo rendono perfetto per ispirare un thriller in cui l’isolamento e il potere sono le linee guida.

 

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