Ameno è uno dei luoghi più accoglienti, incantevoli e magici di tutta la sponda orientale del lago d’Orta. Situato ad una manciata di chilometri dal borgo di Orta San Giulio, vera perla che si affaccia direttamente sulle sponde del lago per dominarne le acque, la cittadina di Ameno ha la forma che ricorda quella di un corno frastagliato e conta meno di mille abitanti. Un luogo che riesce trasmettere calma e relax, ma allo stesso tempo ricco di stimoli e slanci, emozioni e ispirazioni. Il lago d’Orta è sempre più conosciuto e rinomato sia in Italia che all’estero come località turistica, ma anche come destinazione per il buen retiro, tanto da attirare artisti, sia italiani che stranieri, in cerca di un luogo che sappia trasmettere serenità e ispirazione allo stesso tempo.
Non a caso, le sponde del lago d’Orta hanno fatto da set cinematografico per l’ultimo film di Gabriele Salvatores e oggi accolgono creativi, scrittori, pittori, che trovano in questi luoghi il posto ideale per conciliare arte e natura, creatività ed emozioni, relax e lavoro. Ed è proprio grazie all’arrivo di numerosi artisti che la comunità locale ha iniziato a plasmarsi e ad aprirsi grazie ad uno stimolo creativo e ad un nuovo slancio sociale. A segnare il passo decisivo e a iniziare questo complesso processo di metamorfosi che ha coinvolto – e continua a coinvolgere – la comunità locale – è stata la trasformazione di un vecchio asilo diventato un centro artistico aperto a tutti. Il luogo è diventato nel tempo sede dell’Associazione Asilo Bianco, voluta fortemente dall’artista (e presidente) Enrica Borghi, e oggi è considerato uno dei più importanti poli culturali del Piemonte.
Sono passati circa dieci anni da quando è iniziato questo processo di trasformazione ed evoluzione culturale e, proprio grazie a questo cambiamento, i giovani che un tempo emigravano nelle province vicine per trovare lavoro in una delle industrie tessili, o presso le rubinetterie della zona, oggi possono restare nel luogo di appartenenza, che nel tempo ha iniziato ad investire sull’architettura locale, sul turismo e l’enogastronomia.
Un esempio di tutto questo è la Darbia, antico borgo rurale sapientemente recuperato, restaurato e trasformato in albergo diffuso da Giancarlo e Matteo, nella vicina Vacciago. Ma c’è di più perché – oltre al recupero delle vecchie mura dell’edificio – i due hanno recuperato anche un vigneto in disuso per trasformarlo in quello che oggi viene definito il Paradiso del Nebbolo. Tutto questo fervore culturale e turistico ha riportato qui numerosi visitatori dal nord d’Europa, in particolare tedeschi e scandinavi, mentre nei comuni di Ameno, Vacciago, Miasino e Pettenasco c’è un clima sociale più aperto e disponibile ad accogliere il prossimo.