Tra i luoghi da visitare nei pressi di Roma, non può mancare Tivoli, con il suo antico borgo medievale, le sue splendide ville storiche e le tante testimonianze archeologiche di epoca romana.
Intanto, cosa sapere di Tivoli
Gli argomenti del post
Tìvoli
è un comune della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio, situato alle pendici dei monti Tiburtini. Le testimonianze storiche attestano le origini di Tivoli come più antiche di quelle di Roma: l’antica Tibur, infatti, chiamata da Virgilio “Tibur Superbum”, sarebbe stata fondata sulle rive dell’Aniene intorno al I Millennio a.C. e rappresentò il punto di incontro di popoli differenti, in particolare di Sabini e Latini. Nel IV secolo a.C. venne sottomessa a Roma e in seguito divenne sede di molte ville di ricchi romani, tra cui quella dell’Imperatore Adriano. Nel Medioevo Tivoli fu sede vescovile e la sua storia la rende ancora oggi una grande protagonista della cultura italiana.
Cosa visitare a Tivoli in un giorno
Il borgo di Tivoli
Come tutte le città medievali, anche Tivoli visse in quel periodo dapprima un grande spopolamento per poi ravvivarsi dopo il Trecento, quando cominciarono le prime costruzioni medievali, con le prime chiese, il noto Duomo dedicato a San Lorenzo Martire e il meraviglioso castello della Rocca Pia, giunto a noi perfettamente conservato.
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Molti non sanno che la città di Tivoli ha ospitato anche una florida comunità ebraica che si dedicò molto alla medicina. Con la bolla di Papa Paolo IV nel 1555 si decretò la chiusura del ghetto ebraico delimitando l’area con due porte. Il ghetto rimase in vigore fino al 1847.
Camminando per la vie di Tivoli è facile, dunque, imbattersi nelle numerose testimonianze archeologiche, non solo medievali ma anche e soprattutto del periodo romano. Alcune risalgono all’epoca augustea, come l’Acropoli di Tivoli, dove ancora oggi si può ammirare il magnificente Anfiteatro e il famosissimo Tempio di Vesta, accanto al quale sorge lo straordinario Tempio della Sibilla che si affaccia sulle cascate del fiume Aniene.
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Villa Adriana
Villa Adriana
, dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1999, fu una residenza imperiale di villeggiatura realizzata per volere dell’imperatore Adriano (117-138), in un territorio verdeggiante e ricco di acque nei pressi di Tivoli, l’antica Tibur.
La Villa si estendeva su un’area di almeno 120 ettari e comprendeva strutture residenziali, terme, ninfei, padiglioni e giardini. I vari edifici erano collegati tra di loro, oltre che da percorsi di superficie, anche da una rete viaria sotterranea carrabile e pedonale. Di straordinaria importanza è la ricchezza architettonica e scultorea della villa, le cui opere sono ospitate in diversi musei e collezioni di Roma e del resto d’Italia, nonché d’Europa. Oggi l’area visitabile è di circa 40 ettari.
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Villa D’Este
Villa d’Este
è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2001 e rappresenta un capolavoro del giardino italiano per via dell’impressionante presenza di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche.
La villa fu realizzata nel Cinquecento su volere del Cardinale Ippolito II d’Este, in seguito alle delusioni per la mancata elezione pontificia. L’obiettivo del Cardinale era far rivivere qui i fasti delle corti di Ferrara, Roma e Fointanebleau e far rinascere la magnificenza di Villa Adriana. Il Cardinale però non vedrà mai la villa completata, poiché morì nel 1572. Seguirono ulteriori interventi nel XVII secolo e poi un periodo di decadenza, finché il cardinale Gustav Adolf von Hohenlohe ne rinverdì i fasti ospitando anche il musicista Ferenc Liszt (1811-1886). Acquisita dallo Stato italiano, fra gli anni Venti e Trenta del Novecento la Villa fu infine restaurata e aperta al pubblico.
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Parco Villa Gregoriana
Parco Villa Gregoriana è un’area naturale di grande valore storico e paesaggistico. Voluta da papa Gregorio XVI nel 1832, questo progetto riguardava una grandiosa opera di ingegneria idraulica per contenere le continue esondazioni dell’Aniene: la struttura doveva far si che le acque si incanalassero in un doppio traforo scavato nel monte Catillo, il quale ingrossandole poi artificialmente, dava vita ai 120 metri di salto della nuova Cascata Grande, seconda in Italia dopo le Marmore.
Completata l’opera, il Papa creò il Parco che porta il suo nome e che per oltre un secolo fu meta di artisti, letterati e uomini di cultura che ne raccontarono al mondo la bellezza.
Nel secondo dopoguerra, il sito divenne di proprietà dello Stato Italiano e nel 2002 l’Agenzia del Demanio lo diede in Concessione al FAI, per la sua valorizzazione e per il ripristino del Parco oggetto di un gravissimo dissesto idrogeologico. Grazie ai lavori di restauro del FAI, nel 2005 venne finalmente riaperto al pubblico che oggi può di nuovo percorrere gli antichi sentieri e scoprire interessanti reperti di diversi generi ed epoche, immersi nella natura più rigogliosa. Tra questi, i resti della Villa del console romano Manlio Vopisco, sontuosa dimora celebrata anche da Stazio, e, sull’acropoli, i templi romani tra cui quello celebratissimo di Vesta.
Una piccolissima parte del Parco si può ammirare dal ponte presente all’entrata del borgo di Tivoli.
Parco Villa Gregoriana riaprirà al pubblico il 24 febbraio 2023. L’ingresso è gratuito per gli iscritti al FAI.
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Il Santuario di Ercole Vincitore
Il Santuario di Ercole Vincitore è uno dei maggiori complessi sacri dell’architettura romana di epoca repubblicana (edificato a partire dal II secolo a.C.)., dedicato al dio protettore dell’antica Tibur. Il complesso, originariamente aveva dimensioni imponenti e una superficie particolarmente vasta che si estendeva fino ai piedi della città. Fu realizzata su un terrazzamento a picco sul fiume Aniene, lungo un’antica strada che sarebbe poi divenuta la via Tiburtina.
Il santuario era costituito da tre parti principali: il teatro, che sfruttava il naturale digradare del terreno, una grande piazza delimitata da portici e il tempio vero e proprio in posizione centrale nella piazza e in asse col teatro. In seguito alla decadenza del luogo di culto, l’importante presenza di condotte d’acqua vennero costruiti mulini, armerie e fonderie, nonché la prima centrale idroelettrica da cui sia stata lanciata a distanza corrente alternata e, infine, una cartiera. Quindi, il Santuario presenta ad oggi anche uno straordinario patrimonio di archeologia industriale.
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